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Evento Gratuito

NO

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14 Gennaio 2022

21:00 / 22:30

Luogo

CineTeatro Astra


Corso Cossiga 5

Teatro Zeta-Teatro Instabile


Organizzatore

6° Appuntamento Festival Etnia e Teatralità
Coproduzione Teatro Zeta l’Aquila – Teatro Instabile Paulilatino (OR)
“I GIGANTI DELLA MONTAGNA”
di Luigi Pirandello

Cine Teatro Astra Corso Cossiga 5 Sassari
Durata: 1 h 30 min
Biglietto: 10€

Regia di Manuele Morgese
Coreografie di Francesca La Cava
con Manuele Morgese, Monica Pisano, Aldo Sicurella, Marta Proietti Orzella,
Giuseppe Vignolo. E con il gruppo dei Comici e degli Scalognati.
È l’ultima opera di Pirandello ed è incompiuta. Resta comunque il testamento estetico del teatro pirandelliano. Ecco la trama: La compagnia della contessa Ilse arriva alla villa detta “La Scalogna” dove vive un gruppo di diseredati guidati dal così detto “mago Cotrone” che dà loro rifugio. Cotrone, dietro il quale si cela lo stesso autore, è il perno centrale che muove le fila del dramma, il “deus ex machina” o come la regia di Morgese lo interpreta il grande burattinaio o marionettista che muove i fili del suo gruppo grottescamente assiepato nella villa abbandonata ed infestata dagli spiriti; ma Cotrone è anche qualcosa di più: è colui che vive rifugiato o emarginato nella propria illusione, nella folle e paradossale concezione che il Teatro possa vivere di per sé, luogo della magia in cui i personaggi, come fantasmi, vivono di vita propria, generati dalla testa dell’autore; tema quest’ultimo già trattato più volte da Pirandello. Il teatro deve vivere in un luogo protetto lontano dalla società volgare e del progresso tecnologico, lontano da quei Giganti, da quegli uomini mostruosi, abbrutiti dalla vita quotidiana del mondo d’oggi. I Giganti sono uomini che hanno abdicato dalla loro funzione etica e morale della società a favore della nuova divinità del progresso. Morgese legge il finale partendo da questo presupposto: la poesia viene massacrata dalla tecnologia, dal profitto che regola il mondo del consumismo di massa di cui coscienti o incoscienti siamo oggi vittime. Pirandello descrive nel suo testamento artistico la morte del Teatro.

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